Nella giornata di ieri, sabato 21 maggio, il Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha visitato la sede dell’Associazione Leo, la Comunità e i suoi laboratori di formazione professionale. Si è intrattenuto a lungo a parlare con gli utenti ospiti, da quelli arrivati da poco a quelli che hanno terminato di recente il percorso riabilitativo, con un’attenzione particolare agli utenti in affidamento o agli arresti domiciliari.
Queste le sue parole dalla sua pagina facebook: “Ho accettato con piacere l’invito degli ospiti della comunità di recupero “Leo Amici” di Valle di Maddaloni. Ho pranzato nella loro mensa e con loro ho visitato la grande struttura e i laboratori, che rappresentano un elemento fondamentale dei programmi di recupero per tossicodipendenti, detenuti in affidamento, alcolisti e persone affette di ludopatia.
Ho ascoltato le loro storie e ho avuto la conferma – come ho ribadito anche a loro – di quanto sia importante concentrare l’impegno delle istituzioni sulle tematiche sociali nella nostra regione. La vita non è un’autostrada, è piena di insidie e si può cadere. Ma l’importante è sapersi rialzare.
Alle famiglie degli ospiti della comunità ho inviato un messaggio di solidarietà e soprattutto ho detto di non avere vergogna, di avere fiducia nelle possibilità di recupero e di riscatto sociale dei propri cari. Ho visitato i laboratori, le officine, le serre: momenti di impegno quotidiano che producono formazione e lavoro anche con grandi eccellenze, come quelle del cablaggio e degli impianti elettrici che sono a bordo dei treni costruiti da Hitachi. Ribadisco il nostro obiettivo primario: creare lavoro”.
L’Associazione Leo ringrazia attraverso la propria pagina facebook: “L’Associazione Leo, il personale, i ragazzi ospiti ed i familiari ringraziano il Presidente Vincenzo De Luca che con la sua presenza presso la nostra comunità ha posto l’attenzione su alcune problematiche del settore socio-sanitario e delle dipendenze, nell’interesse della collettività e contro lo spreco di danaro pubblico (relativo a questioni quali la migrazione di utenza verso strutture di altre regioni, anche nei casi di utenti con “doppia diagnosi”). La sua presenza, inoltre, pone l’accento sulla necessità di dare strumenti reali agli operatori di settore per offrire servizi efficaci e più funzionali ad un’utenza che tante volte è stata trascurata e messa in ombra.”