La copertina del “Venerdì di Repubblica” di oggi, 7 marzo 2014, è dedicata al regista americano, Abel Ferrara. Nella lunga intervista, all’interno del settimanale, il regista parla di sé, della sua carriera artistica, della prossima uscita del suo ultimo film, su Pier Paolo Pasolini, e della sua esperienza nella Comunità Leo. Finora, per ovvie ragioni di rispetto alla privacy, non ne abbiamo parlato attraverso i nostri media, nonostante Abel non avesse mai nascosto i suoi problemi personali né il suo percorso terapeutico di riabilitazione. Oggi pubblicamente ed attraverso uno dei maggiori quotidiani nazionali, Ferrara si sofferma sulle sue vicissitudini personali e sui benefici che ha potuto trarre dal percorso svolto presso la nostra struttura. Abel non è il primo personaggio di spicco del mondo dell’arte, e sicuramente neanche l’ultimo, che ha svolto il percorso riabilitativo alla Comunità Leo, come lui altri artisti e personaggi noti, anche del mondo dello spettacolo, sono passati nella Comunità per cercare una soluzione ai propri problemi privati; l’equipe della Leo, anche in questo caso, ha centrato l’obiettivo attraverso il proprio operato. L’intervista a Ferrara, pubblicata oggi, rende merito alla Comunità Leo sotto il profilo umano e professionale. Ci inorgoglisce la volontà del regista di aver reso pubblico il suo percorso e di aver voluto fare esplicito riferimento alla nostra Comunità perché dichiarazioni di questo genere mettono in luce l’efficacia di un lavoro svolto spesso nell’ombra, lontano dai riflettori e dal desiderio di pubblicizzare i risultati ottenuti. Il nostro operato ha come scopo quello di “liberare” gli uomini da una schiavitù come quella della droga; non lavoriamo per ricevere il plauso e la gratitudine da parte di chi sconfigge la tossicodipendenza ma, d’altro canto, è inevitabile che costruendo un rapporto umano profondo, lontano da logiche economiche e di interesse, non resti altro che un profondo senso di gratitudine e affetto da parte di chi, dopo essersi visto smarrito, ritrova la strada grazie al sostegno offerto. In questo senso, le parole di Ferrara sull’accoglienza e l’ospitalità da parte della nostra “famiglia”, sulla qualità dei rapporti umani costruiti durante il percorso terapeutico e dei servizi messi a disposizione dell’utenza (il prosciutto crudo e la mozzarella di qualità, secondo Abel, hanno un ruolo importantissimo e denotano lo spirito con cui operiamo) mostrano la forza del legame instaurato con tutta l’equipe ed in particolare con il Presidente dell’Associazione Leo, il Prof. Antonio Palma. La forza delle parole di Abel sta tutta nel concetto di “compassione”, ossia di unione intima in grado di creare un legame più profondo di qualsiasi altro sentimento, un amore incondizionato che lega gli uomini senza chiedere nulla in cambio.
Abel Ferrara parla della Comunità Leo
07
Mar